I versi di Arminio sono lavorati a oltranza, con puntiglio e cura, per arrivare a una poesia semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero. Una serena obiezione alle astrazioni e al gioco linguistico, una forma di attenzione a quello che c’è fuori, a partire dal corpo dell’autore, osservato come se fosse un corpo estraneo. L’azione cruciale è quella del guardare: “Io sono la parte invisibile / del mio sguardo”.